
Ramallah (UNA/WAFA) – Il numero di giornalisti detenuti nelle prigioni di occupazione israeliane è salito a 49 dall'inizio dell'aggressione, il 2023 ottobre XNUMX, dopo l'arresto del giornalista Ali Al-Samoudi di Jenin avvenuto questa mattina.
Il Palestinian Prisoners' Club ha spiegato in una dichiarazione che i 49 giornalisti detenuti sono tra i 177 giornalisti, uomini e donne, che sono stati arrestati e detenuti dall'inizio del genocidio, sulla base della documentazione e del monitoraggio condotti dalle istituzioni.
Ha affermato che le autorità di occupazione continuano ad aumentare gli attacchi ai giornalisti palestinesi attraverso arresti sistematici, oltre a prenderli di mira quotidianamente mentre svolgono il loro lavoro. A ciò si aggiungono i continui omicidi di giornalisti a Gaza, che rappresentano attualmente il periodo più sanguinoso per la comunità giornalistica, in un continuo tentativo di colpire la verità e la narrazione palestinese.
Il Prisoners' Club ha confermato che le autorità di occupazione in Cisgiordania prendono di mira i giornalisti tramite detenzione amministrativa, con il pretesto di possedere un "dossier segreto". Sono tra i 19 giornalisti detenuti; gli ultimi a ricevere ordini di detenzione amministrativa sono stati Samer Khuwaira e Ibrahim Abu Safiyeh.
Oltre alla detenzione amministrativa, l'occupazione prende di mira i giornalisti arrestandoli per quello che definisce "incitamento", ovvero la detenzione avviene in base alla libertà di opinione e di espressione. Le piattaforme dei social media sono diventate uno strumento per reprimere i giornalisti e imporre ulteriore controllo e censura sul loro lavoro.
Il Prisoners' Club ha osservato che i giornalisti sono sottoposti a tutti i crimini sistematici a cui vanno incontro i detenuti, tra cui la fame, i crimini sanitari, la tortura e numerose forme di abuso.
È degno di nota il fatto che decine di giornalisti di Gaza continuino a essere detenuti dall'occupazione in base alla legge sui "combattenti illegali" e alcuni di loro siano tuttora soggetti a sparizione forzata.
Il Club dei prigionieri palestinesi ha rinnovato il suo appello al sistema internazionale dei diritti umani affinché ripristini il suo vero e necessario ruolo e ponga fine all'impotenza sistematica che ha gettato un'ombra sul sistema umanitario fin dall'inizio del genocidio, uno degli aspetti del quale sono i crimini commessi contro i detenuti nelle prigioni e nei campi di occupazione israeliani. Chiedeva inoltre di garantire la protezione dei giornalisti e del loro lavoro, che costituivano gli strumenti più importanti che contribuivano a rivelare la portata dei crimini di genocidio. Ha osservato che i casi di arresto includono sia coloro che sono stati arrestati e tenuti in stato di arresto dall'occupazione, sia coloro che sono stati successivamente rilasciati.
(è finita)