
Jenin (UNA/WAFA) - L'esercito di occupazione israeliano intende demolire 66 case palestinesi nel campo di Jenin nelle prossime ore, alla luce del processo di genocidio e pulizia etnica contro il popolo palestinese.
Il funzionario dei media del comune di Jenin Bashir Matahin ha dichiarato mercoledì in dichiarazioni alla stampa che le forze di occupazione hanno pubblicato un annuncio in cui annunciavano la loro intenzione di far saltare in aria 66 case nel campo di Jenin entro le prossime 24 ore. Ha aggiunto che l'esercito di occupazione ha impedito ai proprietari di case sfollati di tornare alle loro case per recuperare i loro beni.
"Ciò che sta accadendo nel campo indica l'intenzione dell'occupazione di rimanervi per molto tempo, soprattutto perché la distruzione ha interessato circa 600 case, rendendole inabitabili", ha affermato Matahin.
Commentando la decisione dell'occupazione di demolire decine di case nel campo di Jenin, il Movimento di liberazione nazionale palestinese (Fatah) ha affermato che la decisione conferma senza ombra di dubbio che ciò che sta accadendo nel campo e nei campi di Tulkarm e Nur Shams è un crimine sistematico di pulizia etnica, aggiungendo che questa decisione fascista è avvenuta parallelamente allo sfollamento forzato dei rifugiati nei campi profughi palestinesi all'interno di Jenin e Tulkarm.
Fatah ha aggiunto, in una dichiarazione rilasciata mercoledì dalla Commissione per l'informazione, la cultura e la mobilitazione intellettuale, che lo spostamento forzato dei rifugiati dai campi e la demolizione delle case non cancelleranno i fatti storici, né sprecheranno i diritti nazionali del nostro popolo, tra cui spiccano il diritto al ritorno e al risarcimento.
Ha aggiunto che l'attacco genocida ai campi profughi, in quanto testimonianza vivente, fa parte dei piani dell'occupazione per liquidare il diritto al ritorno, indicando che ciò coincide con la ripresa della guerra di sterminio dell'occupazione israeliana contro la Striscia di Gaza, che dimostra i suoi obiettivi di sfollamento come parte del suo progetto coloniale-coloniale.
Fatah ha affermato che il popolo palestinese non rinuncerà né comprometterà i propri legittimi diritti nazionali, in particolare il diritto al ritorno e al risarcimento per i rifugiati palestinesi, né abbandonerà la propria terra. Attuerà il proprio progetto di liberazione nazionale istituendo uno stato palestinese indipendente e pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale. Il movimento ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire immediatamente e con decisione per fermare la sistematica guerra di sterminio di Israele contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
(è finita)